Stagione
Guido Brualdi ha ventiquattro anni (beato lui) e già questo sarebbe un buon motivo per essere detestato da un anziano come me; in più però lui si diletta di fumetti e musica; e gli riescono pure bene entrambe le cose… insomma è cagione di enorme invidia da parte di chi, come il sottoscritto, riesce a malapena a buttare giù due pensieri di fila cercando di inseguire le sue passioni.
“Stagione” è il suo primo fumetto lungo – per usare una sua definizione – ed è stato recentemente pubblicato da edizioni BD in un coloratissimo volume con copertina flessibile che ci racconta un periodo della giovane vita di Guido, personaggio omonimo dell’artista o forse molto probabilmente trasposizione fumettistica precisa dell’autore stesso, e che ricorda a tutti noi momenti indimenticabili della nostra età più bella.
Credo sia facile per chiunque legga “stagione” immedesimarsi nelle azioni e nei pensieri che ci vengono raccontati perché la descrizione di ciò che accade è davvero una cronaca fedele di quei giorni e di quelle avventure che tutti noi abbiamo affrontati a vent’anni: gli amici storici, gli innamoramenti, l’allontanamento dal gruppo, le strazianti separazioni e la fine dei legami estivi, le serate nate per dimenticare il dolore dell’abbandono… insomma la quotidianità della giovinezza.
Brualdi vince senza fatica affrontando temi sempre attuali che sono protagonisti, graditi e ricercati, delle giornate di chiunque di noi e lo fa con leggerezza e spontaneità raccontando senza censure od abbellimenti la goffaggine dei personaggi o la loro eventuale sgradevolezza, gli scherzi e gli scontri che sono naturali all’interno di un gruppo di amici, i percorsi di crescita e di emancipazione dal mondo genitoriale e le prime schermaglie con l’altro sesso con l’immane bagaglio di regole sconosciute con le quali confrontarsi per le prime volte…
Il fumetto scorre leggero lasciando anche il sapore amarognolo delle lacrime ad un livello superficiale, là dove non fa troppo male… questo non è però da intendersi come mancanza di spessore del lavoro dell’autore ma anzi io vi ci leggo una leggiadria che è lode alla spensieratezza che permette di trarre insegnamento dagli accadimenti della vita senza lasciare che pesino troppo sull’anima… un paio di occhi verdi che tolgono il fiato e fanno innamorare, una volta andati via, vengono sostituiti da un altro paio di occhi altrettanto verdi che faranno battere il cuore di un Guido con i capelli più corti e la vita un po’ più adulta; è nella logica e naturale evoluzione delle persone ed in quest’ottica è inevitabile che non ci sia spazio per un eccessivo “male di vivere”.
La storia d’amore di Guido e Luciana – nata, cresciuta e finita durante la stagione lavorativa di lei nel pub dove gli amici del ragazzo si ritrovano – serve da scusa per descrivere le dinamiche di vita di qualsiasi gruppo di giovani e per raccontarne le avventure ed i rapporti che vengono a crearsi nel suo interno; con accenni che sembrano quasi casuali l’autore riesce a fornirci invece uno spaccato esauriente del mondo dei ventenni, sulle loro passioni e sul modo di aiutarsi l’un l’altro nelle difficoltà quotidiane. E’ da notare proprio come, nell’ottica di questo discorso, le figure adulte siano assolutamente marginali nello sviluppo del racconto, salvo rivelarsi poi alla fine – il vecchio vicino di casa – quelle che ti forniscono una risposta giusta alle domande che la storia presenta al protagonista e che, peraltro, erano state esplicitate dal vicino stesso all’inizio del racconto. Viene da pensare che quindi questi anziani non siano proprio inutili e che anzi siano fonte di insegnamento ai giovani, indicando loro domande e riassumendo alla fine la morale del viaggio (ma su questo credo il mio giudizio da persona anziana possa non essere del tutto onesto…).
Dal punto di vista grafico ho apprezzato l’approccio molto semplice ed a volte caricaturale dei personaggi, disegnati in modo quasi abbozzato ma identificati nel loro essere da caratteristiche fisiche ben evidenziate, quasi a renderli riconoscibili proprio attraverso tali particolarità; le tavole dei vari capitoli sono formate da vignette prive di confini chiaramente delineati, definite dai colori che diventano essi stessi confine e contemporaneamente legame con la scena successiva e, quasi, con il mondo reale. Simpatica anche l’idea di introdurre ogni capitolo del volume con un disegno che ci permette di capire subito quale sarà l’argomento sviluppato nelle tavole successive; anche nella rappresentazione di queste figure vediamo come Brualdi riesca con pochi tratti a darci una sinossi esaustiva del racconto disegnando i personaggi come perfetta rappresentazione del loro vissuto delle pagine seguenti.
Nello stile di Brualdi, con il suo tratto molto semplice ed immediato, ho trovato lontani richiami ai disegni di Edika, di Marco Corona e di tutti quegli autori che coniugano la normalità di ciò che viene raccontato con l’essenzialità del modo di disegnarlo; ritengo che questo modo di lavorare sia decisamente adatto ad una storia come questa che affronta temi comunque impegnativi senza lasciarsi soffocare dal peso degli stessi ma mantenendo il tono leggero della chiacchierata tra amici.
La scelta dei colori delle tavole è in linea con il tono del volume; l’autore infatti usa tinte molto nette, prive di sfumature e che tendono ad adattarsi alle caratteristiche stesse dei personaggi, come appare ben evidente dalla colorazione particolare di Luciana. Si nota però una certa prevalenza di toni scuri che a mio parere conferisce, unita al costante uso di righe di ombreggiatura, un aspetto un po’ cupo e malinconico allo sviluppo della trama ma che credo sia scelta stilistica voluta.
Infine c’è un piacevole incontro tra le due arti di Brualdi: infatti viene suggerito, con l’inserimento di un QR code che rimanda alle canzoni dell’autore stesso, il sottofondo musicale per la lettura del volume. La musica ha una grande importanza per i personaggi, così come per tutti i giovani, e nel volume viene spesso messa in primo piano; tutte le canzoni citate e suggerite sono poi elencate alla fine del libro in modo da poter essere recuperate ed unite in una sorta di colonna sonora casalinga di “Stagione”.
In conclusione devo ammettere che il fumetto lungo di Guido Brualdi non mi è dispiaciuto; mi ha regalato una ventata di ricordi su quegli anni meravigliosi che sono stati quelli della giovinezza, rammentandomi che anche i momenti più dolorosi dovrebbero essere affrontati e superati con leggerezza perché alla fine “il marciapiede viene sempre pulito”.
Quindi, caro Guido, anche se sei vergognosamente giovane e maledettamente capace di realizzare tutti i tuoi sogni, ti perdono e ti ringrazio perché nei tuoi fumetti ci racconti spesso i fatti tuoi (cit.), che alla fine sono anche i nostri. Continua così.
Recensione de il candido Umberto
Stagione di Guido Brualdi Edizioni BD 13,00 euro