Dylan Dog Color Fest 40 “Estreme visioni”: la recensione.
Tre storie estreme, che rompono il tran tran di Craven Road 7.
Le attese sono spesso seccanti, ma a volte premianti. Un gioco di parole banale, non degno di una citazione da copiare e incollare sui social, però adatto al Dylan Dog Color Fest 40 “Estreme visioni” uscito in edicola in questo Febbraio 2022. Alcuni ricorderanno che in realtà doveva essere pubblicato nel Novembre 2021 come numero 39, ma poi a causa di imprecisati “motivi tecnici”, l’albo non andò in stampa e in edicola invece arrivò quello intitolato “Stati di paura”, che era viceversa in programma per Febbraio 2022. “Estreme visioni” si è fatto quindi attendere, ma direi che ne è valsa la pena, giacché il titolo ne rispecchia i contenuti.
Si tratta appunto di tre storie sui generis rispetto a quanto di recente visto, che confermano un trend degli ultimi anni: il meglio Dylan Dog oggi lo offre su testate che non sono quella regolare. Storie “estreme”, tanto interessanti e destrutturate da far “scomodare” in prefazione persino Sclavi. Da notare come tutte abbiano una firma unica in sceneggiatura, disegni e colore. Abbiamo quindi davanti dei progetti organici e solidi, eseguiti da autori lontani dal mondo bonelliano e che quindi hanno dato un valore aggiunto. A tema la copertina di Ambra Garlaschelli con un Dylan dalle forme quasi cubiste, che sembra voler per una volta zittire la curva dei suoi detrattori.
- “La colazione dei campioni”
- Sceneggiatura, disegni e colori: Officina Infernale
Gli anni della gioventù sono ormai andati. Dylan è un nevrotico uomo di mezza età, sfatto da alcol, sigarette e pastiglie. Al suo fianco non c’è più Groucho, ma una dark, che ricorda Mater Morbi, ma non ha la stessa carica erotica. E c’è poi una Madame Trelkovski senza età, che trascina Dylan in una lotta contro dei mostruosi demoni che stanno mettendo casa in una Londra dominata da correnti esoteriche. La rilettura di Officina Infernale è molto intrigante. Il suo Dylan ricorda Constantine per quanto è cinico e trasandato. Viene da farsi una domanda: e se fosse questo lo spunto vincente? Abbiamo un Dylan che ha perso l’innocenza e che è diventato un po’ come tutti noi: stanchi passeggeri di un mondo che cade in rovina giorno dopo giorno. Tutto un altro personaggio, rispetto all’impeccabile moralista che ci viene a volte proposto (o meglio dire propinato) sulla serie regolare.
- “La casa dello splatter”
- Sceneggiatura, disegni e colori: Spugna
L’indagatore dell’incubo si risveglia in un fetido sotterraneo sconosciuto. Presto, cominciano a emergere dall’oscurità terrificanti creature che dopo averlo morso gli provocano spaventose mutazioni fisiche. Da dove provengono? Chi le muove? Un body horror truculento, con dei colori vivaci che esaltano le mostruosità.
- “Il teatro dei demoni”
- Sceneggiatura, disegni e colori: Jacopo Starace
L’appartamento di Craven Road 7 si è trasformato in un palcoscenico teatrale, senza che il suo famoso inquilino se ne sia reso conto. In fondo il personaggio Dylan è ormai come un attore di teatro, costretto in ogni albo a misurarsi con il giudizio di lettori sempre più scettici.
- Dylan Dog Color Fest 40: Estreme Visioni
- Data di uscita: Febbraio 2022
- Copertina: Garlaschelli Ambra