Dylan Dog: Recensione della trilogia dedicata a Vasco Rossi
Tutti i pregi e i difetti (almeno supposti) del mini ciclo.
A inizio 2021 il curatore Roberto Recchioni, durante un’intervista sul futuro di Dylan Dog, rilasciò una dichiarazione sibillina che suonava più o meno così: “in estate ci sarà una novità che farà molto discutere”. Il Rrobe è un maestro nello scatenare l’hype e non chiarì a cosa si stesse riferendo. Si aprì quindi un dibattito concitato tra i fan dell’Indagatore dell’Incubo su quale sarebbe stata questa novità. I mesi trascorsero finché fu finalmente squarciato il velo sull’estate dylandoghiana. Essa sarebbe coincisa con una trilogia di albi dedicata al più grande rocker italiano di tutti i tempi: Vasco Rossi.
Il “piano dell’opera” associava a ciascun albo una hit del Blasco: Sally, Albachiara e Jenny. Minimo comune denominatore il fatto che tutte e tre le canzoni fossero dedicate a delle donne e non per una coincidenza a sceneggiarle erano state convocate altrettante donne: Barbato, Contu e Baraldi. Insomma, a voler romanzare un po’ possiamo immaginare una specie di contest: Chi sarà la sceneggiatrice regina? Quale sarà la donna più brava a raccontare di un’altra donna?
In realtà queste fantasie di competizione letteraria sono subito passate in secondo piano dietro la polemica se fosse o meno opportuno spendere il nome di Vasco su Dylan e viceversa. Che affinità ci possono essere tra le tematiche della rockstar emiliana e quelle horror dell’Old Boy londinese? Alcuni fecero notare che già in altri tempi ci fu una sinergia tra Baglioni e Dylan Dog, altri che nei venerati “primi 100 albi” Dylan associò il suo nome a icone del metal o dell’hard rock come gli Iron Maiden e Led Zeppelin.
A gettare ulteriore benzina sul fuoco ci fu l’ulteriore scelta di “relegare” le bellissime copertine di Cavenago sul retro e di puntare su alcune disegnate da De Tommaso (copertinista di Morgan Lost) che ritraevano “obbligatoriamente” Dylan e Vasco insieme.
Ne è valsa la pena fare all-in su Vasco? Cercheremo di dare una risposta più avanti. Prima un’analisi dei tre albi.
Ad aprire le danze ci pensa la Barbato, che si definisce grande fan di Blasco. A lei il compito di lasciarsi ispirare dalla famosissima Sally, un brano del 1996 che ha vissuto doppia gloria, grazie alla sentita cover della Mannoia. L’esperta scrittrice parte della disillusione della protagonista della testo, immaginando una giovane ragazza che non è in grado di provare più emozioni di alcun tipo e che finisce in un limbo tra la vita e la morte. In questa condizione è stata trascinata dal suo uomo ed è in cerca di anime simili. La storia sa un po’ di già visto, ma inquieta e coinvolge, anche grazie alle tavole del grandissimo Roi. Certamente un buon albo, ma non parlerei di capolavoro.
“Albachiara” è, insieme a “Vita Spericolata”, la canzone più famosa di Vasco Rossi. I due brani rappresentano stili di vita esattamente opposti, da un lato il desiderio di vivere sopra le righe dall’altro la candida intimità della protagonista del super lento da accendini. Nella sceneggiatura scritta dalla Contu Alba è una ragazza dilaniata dalle insicurezze, tanto che il suo volersi isolare dagli altri, per la paura di non essere accettata, potrebbe farla letteralmente sparire alla vista di tutti. Ad aiutarla ci prova un ragazzo che è segretamente innamorato di lei e che è arrivato alla fine di questo processo autodistruttivo, essendo ormai invisibile. Per poter quindi coronare il suo sogno d’amore contatta Dylan, che però gli ricorda che gli uomini invisibili e innamorati non godono di ottima tradizione nel mondo dylaniato.
La Contu scrive un drammone Young Adult con venature horror. La storia si lascia apprezzare, anche se molti lettori di Dylan sono ormai fuori tempo massimo per gli amori adolescenziali. Anche questa volta la scrittrice racconta di uno zio Dylan, molto premuroso verso gli adolescenti, ma non credo che sia lui il vero protagonista della storia, piuttosto la bella Alba e quindi direi che va bene così. Bravissimi Gerasi e Cavenago.
Il terzo episodio è dedicato a quello che è sicuramente il brano meno famoso del lotto: Jenny, ovverosia il primo singolo del rocker. Nel 1975 non c’era ancora la Legge Basaglia e il tema del disagio mentale creava ancora più imbarazzi di oggi. La protagonista della storia è una ragazza vittima delle sue paure e della depressione, che nonostante il conforto dell’amore di Dylan, si ritrova comunque da sola a combattere i suoi mostri interiori.
La Baraldi ci mette il cuore, oltre la tecnica, sceneggiando una storia che non lascia indifferenti e che si rivela la migliore della terna. Gli aspetti horror sono metafora di un dramma che in tanti vivono con troppa vergogna, senza neanche avere l’ancora di salvezza del Dylan di turno. L’anima diventa una prigione e il cervello un labirinto. In entrambi i casi è doloroso e difficile trovare la chiave o la strada per la salvezza, ma la sconfitta più grande e non provarci nemmeno. Anche la performance di Furnò è memorabile. Le tavole esprimono dinamicità e l’espressività dei personaggi è filmica. Oltre quelle con gabbie tradizionali, nei momenti più critici ne troviamo altre in cui le figure ne travalicano i confini o addirittura splash page. Sì, è vero che l’Indagatore dell’Incubo si è trovato altre volte misteriosamente intrappolato, ma a fare la differenza stavolta non è l’originalità, ma l’incredibile emozione che gli autori hanno provato nell’elaborare l’albo e che trasmettono senza filtri al lettore.
Veniamo quindi al giudizio “finale”, fu vera gloria? Sicuramente alla base dell’iniziativa c’erano esigenze di marketing. Vasco ha una fanbase mostruosa, quindi è inevitabile che la testata “Dylan Dog” sia passata sotto gli occhi anche di chi non ne è mai stato interessato alle avventure dell’Old Boy. Mi risulta però difficile pensare che un lettore di Dylan, non fan di Vasco, leggendo le storie lo diventi, quindi quello che sarebbe dovuto accadere è l’inverso, che oltre a fare il boom nelle edicole, magari Dylan potesse entrare nel cuore di qualche nuovo lettore. La Bonelli è sempre stata molto gelosa sui dati di vendita, quindi è possibile ragionare solo per supposizioni. Credo però che l’età media dei fan del rocker di Zocca sia elevata o almeno non sia bassa, quindi è probabile che Dylan fosse noto un po’ a tutti ed è difficile entrare nell’immaginario di chi già ce l’ha consolidato da anni. Pertanto l’operazione è stata più utile a dare visibilità in quanto tale all’Indagatore dell’Incubo con relativi passaggi televisivi.
I singoli albi hanno una foliazione più consistente perché ospitano oltre le storie anche interviste agli autori e a Vasco. Alcuni, come la Barbato, si definiscono fan storici, ma leggendo tra le righe altri, come Roi e lo stesso Sclavi, non sembrano assolutamente mai stati grandi estimatori. Quello tra Rossi e Vasco sembra quindi anche un matrimonio di interesse.
Per quanto riguarda le copertine di De Tommaso, che “rubano” il palco principale a quelle di Cavenago, ritengo che siano state una forzatura. Non deve essere stato molto facile per il bravissimo disegnatore immaginare dei soggetti adatti, viste le specifiche che gli sono state fornite. Viceversa le copertine di Cavenago sono encomiabili e costituiscono di fatto un trittico. A Novembre le troveremo sui cartonati, che saranno un’ulteriore occasione di promozione, anche se in genere questo tipo di edizione è per il lettori più avvezzi.
Detto tutto ciò, si potrebbe dedurre che il giudizio sia negativo, ma non è così. Le storie sono tutte di buon livello, anche se la “sceneggiatrice regina” risulta essere la Baraldi. Rimane poi il fatto che, come accadde per “Il ciclo della meteora”, Dylan Dog è finito sotto i riflettori molto più che in altre circostanze. Ai posteri, oltre la sentenza, rimarrà quindi un nuovo mini ciclo, che è entrato nella storia del personaggio e che inevitabilmente farà discutere ancora per molto.
- DYLAY DOG 418 – SALLY
- Data di uscita: Giugno 2021
- Sceneggiatura: Paola Barbato
- Disegni: Corrado Roi
- Copertina: Gigi Cavenago, Fabrizio De Tommaso
- DYLAN DOG 419 – ALBACHIARA
- Data di uscita: Luglio 2021
- Sceneggiatura: Gabriella Contu
- Disegni: Sergio Gerasi
- Copertina: Gigi Cavenago, Fabrizio De Tommaso
- DYLAN DOG 420 – JENNY
- Data di uscita: Agosto 2021
- Sceneggiatura: Barbara Baraldi
- Disegni: Davide Furnò
- Copertina: Gigi Cavenago, Fabrizio De Tommaso