Seven Secrets – Recensione
Una pallina su un piano inclinato.
Una pallina su un piano inclinato che sente quella strana sensazione di vuoto allo stomaco che proviamo sulle montagne russe. O forse, per renderla più poetica e romantica, l’emozione di quando sedevamo sul sedile posteriore dell’auto di papà ed affrontavamo a velocità la parte in salita di un sottopassaggio, esattamente l’attimo prima di riportare la vettura sull’asfalto pianeggiante. Non saprei definire diversamente questo piacere misto a godurioso scombussolamento che abbiamo provato almeno una volta nella vita.
Seven Secrets di Tom Taylor è riuscito a farmi tornare a sedere sul retro di quella Fiat Regata bianca degli anni 90’; volendo anche sul sedile anteriore, quando mamma non c’era e si poteva andare più veloce.
L’autore australiano ci regala, infatti, un’opera che è un manifesto, quasi futurista, di quanto potenza e velocità siano ancora strumento per creare stupore e meraviglia.
Ma accenniamo alla trama: il mondo è diviso. Da un lato un ordine che da millenni protegge sette segreti che potrebbero sconvolgere ogni certezza dell’umanità. Dall’altro i Cacciatori, intenzionati a svelare quei segreti o – forse – a piegarli ai loro desideri. La congetturale, in senso dubitativo, è dovuta al fatto che seppur la storia abbia all’apparenza dei “buoni” e dei “cattivi”, effettivamente, immedesimandoci, la scelta sulla parte dalla quale staremmo non appare così scontata.
L’ignoranza è un valore? Esistono misteri che vanno tenuti segreti? Le masse hanno diritto di conoscere, fino alle estreme conseguenze?
In questo aspetto – a mio parere – Taylor incontra richiami che sanno di Lovecraft. Nulla di orrorifico, beninteso, ma anche in questo caso l’ignoranza è l’unica strada per la salvezza dell’umanità. Esistono infatti conoscenze che l’intelletto umano medio non riuscirebbe a dominare, che ingenererebbero solo infelicità e follia o, ancora, un’incontrollabile brama e sete di potere.
Questo lo scopo sociale dell’Ordine, quindi: proteggere sette segreti contenuti in sette valigette. Per farlo ogni ventiquattrore è sorvegliata da un Detentore ed un Custode, addestrati – fin da bambini – ad abbracciare il loro destino: proteggere la valigetta ed il relativo segreto fino alla morte. Un dovere di fedeltà, verso Ordine e missione, indissolubile.
I segreti, però, generano segreti. Segreti che, a volte, hanno anche un nome. L’ottavo mistero è Caspar, il protagonista della nostra storia, figlio di Eva e Sigmund, rispettivamente portatrice e custode del settimo segreto. Il loro è un amore proibito, così come proibito è il frutto di questa relazione.
Per questo motivo rinunceranno a crescere il loro figlio per continuare a rispettare il loro dovere di fedeltà verso l’ordine. Una scelta incomprensibile se guardiamo al sistema valoriale che condivide la nostra società. Tuttavia anche Eva e Sigmund ne subiranno le conseguenze, straziati dall’amore represso che covano nei confronti di Caspar.
Quest’ultimo, tuttavia, sarà accolto tra le fila dell’Ordine e cresciuto come un guerriero, addestrato – ed adottato – dai sette custodi e dai sette protettori dei segreti, tanto da diventare uno dei migliori cadetti. Un primato che porta senza spocchia, al limite dell’inconsapevolezza.
Un destino che si concretizzerà alla morte di Sigmund, per mano di uno dei leader dei cacciatori: Amon, anch’esso figlio di un amore proibito interno all’Ordine.
Sì, lo so, ci sto girando intorno. So perché siete qui. Per le esplosioni. Ebbene sì, ci sono le esplosioni, le scazzottate, le moto veloci, le arti marziali, il sangue e le raffiche di mitra. E ci sono perché Taylor non tradisce, è sempre quello che ti aspetti. Il membro del gruppo d’amici che ti concede una serata spensierata, fatta di birre e di leggerezza. E non perché non sappia darti altro, ma solo perché conosce il suo ruolo e quello che ti serve in quella nottata storta. Non l’introspezione, non una dissertazione sulla critica della Ragion Pura. Solo e soltanto una buona dose di evasione.
Al suo servizio, non da scudiero, ma assolutamente da cavaliere di pari rango e natali, un Daniele Di Nicuolo in grande spolvero, a dimostrazione che la scuderia dei talenti italiani ci elargisce orgogliose soddisfazioni anche nell’NBA del fumetto mondiale. Un tripudio di dinamismo, un tratto che sembra concepito per disegnare fibre muscolari in tensione, in grado di incarnare potenza e velocità.
La veste editoriale con la quale Edizioni BD confeziona il volume è il perfetto abito per l’opera: un brossurato agile e di ottima fattura che si presta a letture da battaglia senza rinunciare alla piacevolezza estetica. Il vero colpaccio della casa editrice è un gesto d’amore verso i lettori italiani: essersi accaparrata quello scrigno delle meraviglie rappresentato da BOOM! Studios, basti pensare a “Something is killing the children” – di James Tynion IV e Werther Dell’Edera – e a “Li troviamo solo quando sono morti” – di Al Ewing e Simone Di Meo -, tra l’altro acquistabile in bundle insieme a Seven Secrets.
In definitiva Taylor è il miglior alfiere contemporaneo del fumetto popolare o – meglio – del fumetto trasversale, adatto ad ogni palato, ma in grado sempre di concederci una felice fuga dalla grigia realtà che viviamo. Un giorno ci ricorderemo sicuramente di Tom, come l’ultimo araldo del fumetto della (neo) Silver Age.