Le Storie Cult 101: Judok
“Le Storie” Bonelli diventano Cult, partendo dal cross-over western-fantascienza di Judok.
Per approcciarsi correttamente a “Le Storie Cult” è necessario avere consapevolezza che lo scopo di questa nuova serie è quello di rendere omaggio agli 80 anni del fumetto bonelliano, recuperando quindi degli albi “storici” e/o introvabili. Quindi non ha senso lamentarsi se alcuni sembreranno dannatamente vintage, ma anzi questo aspetto può ulteriormente stuzzicare le fantasie poiché consente di approfondire la conoscenza del medium fumetto. In questo 101 si racconta de “Il grande Judok”, emulo fantascientifico di Tex. Il suo nome deriva dal fatto che le arti marziali (in particolare il Judo) sono un suo punto di forza. Un’altra abilità è l’uso della pistola, che lo rende sicuro come Willer e addirittura più smargiasso. Le similitudini sono poi nelle fattezze, nel look e nel frasario. Infine molti schemi narrativi del West sono riportati identici nel contesto marziano.
L’idea di un clone spaziale di Willer venne a Gianluigi Bonelli in persona, che incaricò il grande Ticci di lavorare sul personaggio con l’obiettivo di creare una nuova serie. Accadde però che Ticci ci mettesse molto di più di quanto era in preventivo per elaborare le tavole, tanto che ad un certo punto si decise di optare per un piano B. Si abbandonò infatti l’idea di una serie completa e a Judok toccò un unico albo autoconclusivo, ovverosia il numero 8 della Collana Rodeo, che era un contenitore di vari personaggi, sorta di “Le Storie” ante litteram. Quell’unico albo uscì nel gennaio 1968 con la medesima copertina del 101 delle storie Cult e quindi con la camicia gialla di Judok (evidente richiamo al già famosissimo Tex) che fa contrasto con il cielo marziano di color aragosta. Com’è noto, successivamente Ticci sarebbe diventato un puntualissimo disegnatore di Tex.
Oggi le tematiche e gli espedienti narrativi di quella sceneggiatura Bonelli fanno tenerezza: i protagonisti si muovono tra la Terra e il resto della Galassia con velocità e scioltezza irreali, così come lo scenario marziano è molto simile a quello del deserto (sterpaglie comprese), All’epoca c’era una grossa fiducia nel futuro, alimentata anche dall’imminente impresa della conquista lunare. Ci si immaginava quindi che nel giro di pochi anni l’intero sistema solare sarebbe stato a portata di mano e che ci si sarebbe mossi tra i pianeti ancora meglio che tra i caselli della Salerno-Reggio Calabria. Gli unici timori erano quelli per il “pericolo atomico”, che è onnipresente nelle 96 pagine dell’albo.
A irrobustire il carattere divulgativo de “Le Storie Cult” ci sono dei brevi, ma efficaci, approfondimenti, che inquadrano le storie proposte nei contesti d’epoca. Ad esempio, nel caso di Judok, si fa una disamina della fantascienza vintage, quindi quella pre “2001 Odissea nello Spazio”, che arrivò al cinema proprio nel 1968. Ci sono poi anche brevi accenni agli aspetti stilistici del fumetto d’epoca, che oggi sono sorpassati, ma viene rimarcato come si sia preferito rispettare l’originale piuttosto che rimodernare il tutto.
E’ opportuno infine sottolineare come l’esplorazione di Marte sia un tema caldo e le relazioni tra il Pianeta Rosso e l’immaginario popolare siano state già oggetto del “Nathan Never Magazine 2020”, dove si racconta anche di Judok.
- Data di uscita: Marzo 2021
- Soggetto e Sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
- Disegni e Copertina: Giovanni Ticci